A genius idea

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Focus, n. 295, maggio 2017.

Have a nice Day! 😊😚😊🤗

Mitico croissant di Settembrini

Buongiorno.

Questo bar mi porta indietro nel tempo. Dovete sapere che quando ero piccola, cinque o sei anni, soffrivo insieme al mio fratellino di “acetone”. Non so se esiste ancora e non ho la minima idea di cosa sia, ma so bene che avrebbe potuto darci la febbre alta e per questo ogni tanto papà ci portava a fare le analisi del sangue e delle urine.

Papà era medico chirurgo e così andavamo da un suo caro amico che aveva il laboratorio lì vicino. Un uomo molto più avanti negli anni perché lo ricordo bene, con i capelli tutti bianchi, il viso pieno di rughe e due occhi chiarissimi che sovrastavano un sorriso dolcissimo. Non ci crederete, ma per noi andare da lui era una festa. “Mi raccomando siate bravi con il professore A.” era la raccomandazione ogni volta prima di bussare al suo magico studio. Sul lato sinistro della stanza c’era un divanetto ricoperto con una stoffa damascata e poi un enorme finestra nella parete centrale con davanti un lungo tavolo stracolmo di fiale, fialette, barattoli di vetro e alambicchi, il tutto illuminato dai raggi del sole che entrando illuminavano anche il pulviscolo che volteggiava nell’aria e così ai nostri occhi di bimbi tutto sembrava un po’ dorato, un po’ antico e strabiliante. Davanti al tavolo c’era una piccola sedia impagliata vuota e poi il Professore che con grande gentilezza e calma ci faceva sedere e ci prelevava il sangue. Il patto sottinteso era che se eravamo fermi e buoni poi potevamo assistere alle sue analisi. Noi rimanevamo imbambolati davanti a gli strisci sui vetrini, a lui che soffiava nelle sue pipette di vetro, a vedere il sangue che circolava in quei tubicini vetrosi arzigogolati per finire in una specie di bicchiere dove spesso c’era del liquido colorato. Era magia pura! 

Fatto ciò ci aspettava il premio: si andava con papà al bar/latteria che all’epoca si chiamava Giolitti ed aveva la fama di avere la panna montata più buona di tutta Roma. D’inverno ci aspettava una pizzetta rossa, d’estate un gelato con la panna! Era una cosa buonissima ed eccezionale! Dovete capire meglio: il mio fratellino ed io siamo cresciuti con una educazione rigida ed il nostro massimo premio a fine giornata, se tutto era andato per il meglio, era mezza pasticca di Formitroll per uno. Il Formitroll erano dei pasticconi per la gola!

Tornando quindi a oggi il bar Settembrini, prende il nome della strada, fa dei veri croissant, buonissimi e per me …

bar settembrini

ancora più buoni.

Buona giornata a tutti.

DEATH GAMES

Capisco tutto, anzi in verità ci sono mille e una cosa che non capisco, ma c’è una che proprio non mi va giù. Chi è che manovra questi giochi di morte portando gli adolescenti al suicidio o comunque alla morte?

Qualche anno fa a N.Y.C. ragazzini di dieci, undici anni si buttavano nelle trombe degli ascensori dei grattacieli sfidando il caso; se l’ascensore era fermo a pochi piani sotto erano salvi se no la morte.

Il figlio di una mia cara amica all’età di quattordici anni ha preso contromano un tunnel con la moto. Gli è andata bene perché non ha ammazzato nessuno e ha lasciato sull’asfalto solo nove cm. di femore!

Studi neurologici recenti hanno scoperto che i lobi frontali del cervello non si definiscono più intorno ai vent’anni, ma ai ventisette. Questo fra altre cose comporta il non saper valutare correttamente il rischio, il non aver paura.

Ma chi li spinge? Chi li manipola e perché? Chi è questo lugubre fantasma che gode della morte altrui e quali sono i suoi fini?

Blue Whale

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Le foto che vedete le ho scattate con un grave conflitto interiore. Da una parte il desiderio fortissimo di godermi appieno quei momenti magici e dall’altra il voler immortalarli per poter rivivere quelle emozioni. Quindi sono quelle che sono, ma a me molto care!

MANCHESTER

 

Al grido di dolore che come una colonna di fiamme si  innalza verso il cielo si unisce un canto e una melodia…

La musica nessuno può portarcela via!

Buona notte

ROLLING STONES

Ragazzi forse molti di voi non lo sapevano, ma io in realtà sono una rocchettara! Come mi chiamava un’artista “la mia gallerista rocchettara”. Inutile dirlo la mia passione sono loro The Rolling Stones, il mio mito di sempre. Li ho sentiti dal vivo diverse volte, la prima ero una pischelletta di tredici anni, ma rivedendo i video, anche loro erano ancora giovanissimi ed inesperti. Allora non ero una di quelle ragazzine che urlavano e si strappavano i capelli, ma devo confessarlo tornai a casa completamente  afona e pazzamente invaghita di Mick.  Poi li ho rivisti direi ogni 10 anni, un volta li ho lisciati per un giorno a Las Vegas, stavano nel mio stesso albergo e io avrei voluto pagare qualcuno della security per riuscire a raggiungerli, ma poi ho desistito…  Molti di noi hanno delle passioni e per me una e’ sempre stata loro, non solo la loro musica, ma anche loro come personaggi, la loro indistruttibile vitalità. Il loro riuscire ad essere ancora grandi nonostante il loro abuso di tutto. Per me in qualche modo rappresentano l’immortalità della musica. Uno come Keith al posto dei globuli rossi ha le note musicali, lui vive la musica, la sogna, lo consuma, la musica per lui e’ vita stessa. E lei ricambia con un’energia pazzesca.

Ebbene oggi ho fatto una rinuncia per me grandissima! Non ho comprato in prevendita i biglietti per il loro prossimo concerto in Italia a settembre, probabilmente l’ultimo. A parte il costo veramente esagerato anche per una band come la loro, fra tutte le opzioni erano rimasti sì e no dieci biglietti disponibili e mi sono detta (chissà perché) li ho visti e sentiti tante volte forse è più giusto lasciare il posto ai più giovani, che magari non lo hanno fatto mai. Per capire dovete anche sapere che andare ad un loro concerto mi carica di un’energia pazzesca che mi dura per mesi….oltre al divertimento e alla gioia.

Allora con rimpianto vi invito ad andare, non perdete l’occasione!!!!!!!!

Me l’ha passata un amico…

e ho scelto di dedicarla a voi per Pasqua

Nel pancione di una mamma c’erano due  bambini. 
Uno chiese all’altro: “Ma tu ci credi in una vita dopo il parto?” 
L’altro rispose: “Certo! Deve esserci qualcosa dopo il parto. Forse noi siamo qui per prepararci per quello che verrà più tardi”. “Sciocchezze” disse  il  primo “non c’è vita dopo il parto! Che tipo di vita sarebbe quella?” 
Il  secondo riprese: “Io non lo so, ma ci sarà più luce di qui. Forse potremo camminare con le nostre gambe e mangiare con le nostre bocche. Forse avremo altri  sensi che non possiamo capire ora”.
Il primo replicò: “Questo è assurdo. Camminare è impossibile. E mangiare con la bocca!? Ridicolo! Il cordone  ombelicale è tutto quello di cui abbiamo bisogno…e poi è troppo corto. La vita dopo il parto è fuori questione”.
Il  secondo continuò ad insistere: “Beh, io credo che ci sia qualcosa e forse diverso da quello che è qui. Forse la gente non avrà più bisogno di questo tubo”.
Il primo  contestò: “Sciocchezze, e inoltre, se c’è davvero vita dopo il parto, allora, perché nessuno è mai tornato da lì? Il  parto è la fine della  vita e nel post-parto non c’è nient’altro che oscurità,  silenzio e oblio. Il parto non ci porterà da nessuna parte”.
“Beh, io non so” disse il secondo “ma sicuramente troveremo la mamma e lei si prenderà cura di noi”. 
Il primo rispose:  “Mamma? Tu credi davvero alla mamma? Questo si che è ridicolo. Se la mamma c’è, allora, dov’è  ora?” 
Il  secondo riprese:  “Lei è intorno a noi. Siamo circondati da lei. Noi siamo in lei. È per lei che viviamo. Senza di lei questo mondo non ci sarebbe e non potrebbe esistere”. 
Riprese il primo: “Beh, io non posso vederla, quindi, è logico che lei non esiste”.
Al che il secondo rispose: “A volte, quando stai in silenzio, se ti concentri ad ascoltare veramente, si può notare la sua presenza e sentire la sua voce da lassù”.

_Questo è il modo in cui uno scrittore ungherese ha spiegato l’esistenza di Dio_

BUONA E SERENA PASQUA A TUTTI !

Bocche di leone conCalabrone
Buona Pasqua

Pace

Ragazzi, non so voi, ma io ogni giorno che passa sono sempre più preoccupata per questo nostro povero mondo. Sento l’odore della guerra diventare sempre più forte e sempre più vicino. Ma quale è la malattia degli uomini per cui si sono sempre combattuti in ogni luogo e in ogni tempo? Prima era semplice sopravvivenza, poi sono subentrate le conquiste, il potere e così via…Siamo tutti fratelli e ci uccidiamo, che senso ha? Se guardiamo anche nel piccolo spesso si fa la guerra anche in famiglia, quanti fratelli arrivano alle mani o si combattono tramite avvocati o non si parlano per anni?! Padri contro i figli e viceversa. Vogliamo poi parlare delle coppie. Sono solo in due eppure tantissime volte arrivano ad odiarsi. La “Guerra dei ROSES” docet, per chi vuol farsi un’idea https://www.youtube.com/watch?v=SFPYN_iKUws. E’ difficile andare sempre d’accordo, ma si può fare. Basterebbe saper rinunciare, un poco, non tanto. A volte solo il falso diritto di aver ragione!

Combattendosi alla fine si perde entrambi, lo sappiamo, ne abbiamo avuto decine di dimostrazioni, eppure continuiamo. Non so, penso sempre di più che siamo realmente malati e che questa sia la malattia peggiore dell’umanità, mai diagnosticata e mai curata. La terapia sarebbe semplice: generosità, dolcezza, gentilezza…amore.

Pace a voi tutti fratelli miei!

mazzo di fiori

 

buon lunedì a tutti

 

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e naturalmente buona settimana!