Vento

 Il vento, non parlo di quella leggera brezza che ci accarezza il viso e in estate ci porta un delizioso refrigerio, parlo del vento forte, gelido, quello che ti fa lacrimare gli occhi.
I cinesi dicono proteggiti dal vento. Non si riferiscono, come io pensavo in un primo momento, al fare attenzione e non prendere freddo per non cadere ammalati, cosa facile quanto tira vento. Si riferiscono invece al vento dentro la testa. Non so se ve ne siete accorti, ma nelle giornate particolarmente ventose siete soggetti a una leggera confusione mentale e a volte faticate a formulare un pensiero. Normalmente si dice:”Mi è  venuto un leggero malditesta.” “Oggi mi sento rintontita.” “Rintronata.” o semplicemente “Mi sento strana, non so che ho.”
È il vento che si diverte con le nostre menti, ci ingarbuglia i pensieri, entra in tutti gli anfratti e apre tutti i cassetti, bauletti nascosti così attentamente, con cura e in profondità.  Scompiglia tutto facendo affiorare dolori sopiti, ombre e fantasmi del nostro inconscio che ancora non conosciamo e che ci attraversano la mente come saette impazzite. Poi si alza la voce del vento.
Inizia quel suono lugubre, quasi un ululato e noi, senza rendercene conto, con estrema non curanza diciamo “Senti che vento!” come se ce ne accorgessimo solo in quel istante e, automaticamente, lasciamo andare via tutto dalla mente, lo abbandoniamo al vento perché  lo porti lontano e liberi il nostro essere da ciò che non vogliamo.
L’indomani, quando tutto si è calmato, ci sentiamo leggeri, ci sentiamo meglio.
Sì, ma cosa ci ha portato via il vento?

THE WIND

The wind, I do not speak of that light breeze that caresses the face and in summer brings us a delicious refreshment, I speak of the strong wind, icy, the one that makes your eyes water.
The Chinese say they are protected from the wind. They do not refer, as I thought at first, to being careful and not getting cold so as not to fall ill, as easy as windblowing. Instead, they refer to the wind inside the head. I do not know if you have noticed, but on particularly windy days you are subject to a slight mental confusion and sometimes you struggle to formulate a thought. Normally they say: “I got a slight headache.” “Today I feel reborn.” “Dazed”. or simply “I feel strange, I do not know what I have.”
It is the wind that has fun with our minds, it confuses our thoughts, enters all the ravines and opens all the drawers, trunks hidden so carefully, carefully and in depth. It messes everything up by bringing out the aching pains, shadows and ghosts of our unconscious that we do not yet know and that cross our mind like crazy cracks. Then the voice of the wind rises.
Begins that mournful sound, almost a howl and we, without realizing it, with extreme non-care we say “Feel that wind!” as if we realized it only in that moment and, automatically, let everything go out of mind, we abandon it to the wind to take it far and free our being from what we do not want.
The next day, when everything has calmed down, we feel light, we feel better.
Yes, but what took the wind away from us?

Buon tutto

Vorrei chiedervi una cosa da fare, non molto impegnativa e nemmeno costosa. Vorrei che ognuno di voi faccia un gesto di gentilezza o di amore o faccia un favore a qualcuno. Poi se volete me lo scrivete e lo pubblicherò. Sapete io penso che la gentilezza e l’amore siano contaggiosi e che un gesto fatto con sincerità  ne susciterà  un altro e così via. Vorrei poter svegliare questa umanità  addormentata,  ma non ho idea di come fare e allora perché  non iniziare con piccole cose. Non abbiamo nulla da perdere.

Aspetto con ansia la vostra partecipazione.

GRAZIE

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Autumn

Autunno

Come vorrei che i miei pensieri cadessero giù, volando piano, volteggiando nell’aria trasportati dal vento, posandosi dolcemente al suolo. Come foglie in autunno, anche la nostra mente ha bisogno di riposo e di spogliarsi per rinnovarsi. Le foglie rosse, le nostre ferite più intime, le foglie gialle, le nostre consapevoli e inconsapevoli gelosie, le foglie verdi-arancio, i nostri problemi pratici, le foglie marroni accartocciate è quando il dolore si ripiega su sé stesso.
La Tzu dice “lasciate depositare la vostra polvere”. Quante volte ho provato a farlo, quante volte ho creduto di esserci riuscita, ma poi una folata improvvisa rialzava tutto e la foresta della mia mente rinvigoriva subito con i suoi rami intricati. Poi ho capito. Ci sono le stagioni, nulla è fermo e stazionario per cui anche nell’arco di un sol giorno posso vivere il mio autunno e godermi la primavera!

Non luce

 Ora la sera cala prima e in pochi minuti diventa buio.

Questa quasi improvvisa mancanza di luce fa scendere un velo di nostalgica tristezza sul mio animo.

Perché? Possibile che ancora oggi abbia timore del buio? Eppure tutto intorno a me sembra diventare leggermente sfocato, le cose che stamane brillavano con il sole hanno perso la loro lucentezza e hanno assunto un aria triste. Tutto è più mite e più  cheto, ma iniziano le ombre e ciò che di giorno sorrideva ora assume un’aria minacciosa. In qualche modo tutto questo influisce sul mio umore, non me ne accorgo, ma la testa si abbassa un pochino, lo sguardo non mira più lontano e l’udito sembra acuirsi leggermente. Non sto sulla difensiva, ma mi manca qualcosa per sentirmi bene, a mio agio, in armonia con tutti e con tutto. In realtà nulla è cambiato nella mia vita da un’ora fa. Poi, all’ improvviso capisco.

Non è l’oscurità in sé che mi fa paura, è la mancanza di luce. Come se fosse diminuita la quantità dì ossigeno che respiro. Certo, che stupida a non averlo capito prima. La luce è l’ossigeno della nostra anima!

Vibrazioni di luce

Un’immagine sulla mostra per dare una semplice idea per tutti coloro che non hanno potuto vederla. Il colore è senza dubbio il protagonista indiscusso, ma in realtà, come esprime il titolo della rassegna, serve a creare delle vere e proprie vibrazioni di luce. Intendo creare delle emozioni che come le pennellate colorate sappiano volare, fuggire lontano, cercare i bagliori di una luce interiore che solo per brevi istanti si può sentire, con cui possiamo scaldare i nostri cuori. Vorrei spiegarmi meglio, ma la gioia che le opere esprimono, anche quelle che di primo acchitto sembrano più scure, la loro forza e intensità, mista ad una serenità profonda si spande nell’aria e in tutto lo spazio espositivo si gode di un’atmosfera rilassata, giocosa e assai piacevole. Il più bel complimento per me che l’ho solo curata è stato: “Da fuori si percepisce armonia”!

Ringraziando l’artista vi posso dire che è stata un’altra bella esperienza di cui serbero’ il ricordo.

A presto. 😉

 

 

 

Piacevole giornata

Oggi sono stata a pranzo con mia figlia. Non è un evento, ma di questi tempi dove tutti corriamo, per di più in una città ormai veramente caotica che sembra renderti difficili anche le cose più  semplici, non è poi così facile incontrarsi e ritagliarsi un po’ di tempo da passare in tranquillità e serenità. In genere andiamo in un ristorantino vicino al suo ufficio. Dopo tanto tempo ci conoscono e ci trattano affettuosamente,  abbiamo il nostro tavolino, sempre quello, un po’  più  riparato. Sì mangia bene ed è  abbastanza economico. Insomma il nostro angolo di “intimità ” e benessere dove possiamo rinnovare il nostro affetto (anche scontrandosi a volte). Avevamo appena finito il pasto ed eravamo in attesa dell’indespensabile caffè per poter riprendere il resto della giornata, quando sono entrati dei colleghi di mia figlia che si sono seduti in una tavolata in fondo. Pagato il conto siamo andate a salutare, ero un po’ un’intrusa, ma mi pareva brutto rimanere in disparte come se mi dessi delle arie e così anche io ho salutato. Al tavolo, oltre ai grandi, c’erano seduti due bambini, un maschietto e una femminuccia. Non so più dare l’età ai bambini, direi fra i quattro e i sei anni, più o meno. Mi guardavano e allora ho agitato la mano dicendo ciao. La mamma è subito intervenuta: “salutate la signora!”

La bambina mi fissava e poi ha detto:”bella!” “Come hai detto?!” “Sei bella”

“Wow, sei fantastica, possiamo vederci tutte le mattine così poi sto bene per tutta la giornata!” “Ciao” “Ciao, Ciao.”

Siamo andate via, ho salutato mia figlia e sono salita in macchina per tornare a casa. Lungo la strada ho cominciato a pensare a questo complimento inaspettato che, non lo nego, mi ha  fatto molto piacere.   Mi è sembrato strano che una bambina mi avesse detto bella nonostante la mia non più giovane età e nonostante quel po’ di timore che un adulto sconosciuto in genere può indurre in un bimbo. Lo so, mi direte: ma prenditi il complimento e non rompere!…

Vero, ma non sono fatta così. Spesso ripenso sull’accaduto, anche a fatti piccoli e apparentemente  insignificanti.

Insomma questa è  la risposta che mi sono data e a cui mi piace credere: si vede che quella bambina ha ancora la capacità  di vedere con il cuore!!! 😊😋

 

 

Buon tutto a tutti

Domanda

Ma qualcuno di voi ha letto il mio primo libro? Se sì scrivetemi grazieeeeeee 😉🤔🙄😮

Pensiero

Non c’è nulla di permanente in questo mondo

Neanche i dispiaceri

Charles Chaplin 

Buona giornata 😊

CHE GODURIA! 😊

Piccoli nell’acqua termale calda

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Sotto gli occhi attenti…della madre 😉

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MARE

In una sera d’estate con la Luna piena  mi sono seduta in riva al mare a fissare i riflessi argentei sull’acqua.
Nel silenzio della notte ho incominciato a sentire il rumore del mare, il suo sciabordio. All’inizio sembrava un borbottio sonnacchioso, come un vecchio che camminando brontola fra sé  e sé. Poi, guardando le sue acque limpide, il suono è  cambiato, è  diventato dolce e mite, armonioso. Ho prestato la maggiore attenzione possibile cercando di acuire il mio udito. Erano parole, ma non le capivo. Sentivo che il mare  con il suo ripetersi ritmico mi stava parlando, ma nonostante gli sforzi non capivo ciò che mi raccontava. Avevo la sensazione che erano storie antiche e lontane, di luoghi mai visti e per me inaccessibili. Ma era solo una sensazione. Allora ho provato a fare al contrario, mi sono rilassata, non ho più prestato attenzione al suo suono, ma, a poco a poco, ho lasciato che mi entrasse dentro. Lo accompagnavo con tutto il mio essere. Tutto era più  melodico, più  calmo, più soffice e ho capito. Il mare mi parlava trasmettendomi pace, armonia, amore. Mi sussurrava direttamente nell’anima, mi parlava di come le miriadi di vite che racchiudeva ora e tutte quelle che aveva già ospitato prima erano solo presenze fugaci, durate un attimo per il suo essere sempre. Storie piccole e cose piccole, come me, ma che   avevano  contribuito alla sua esistenza, al suo divenire. Come tutto era già  accaduto e continuava a ripetersi, come ciò  non importava perché la vera essenza di tutto era la sua voce, la sua capacità di trasmettere serenità, tranquillità e pace alla mente, al di là di tutto.
Ecco perché si ama il mare.

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