Papa’

In questi giorni ho letto diversi post che parlavano del padre e così mi è venuta voglia di proporvi degli estratti del libro che sto scrivendo che parlano di mio padre. Sono accenni che ho sentito il bisogno di inserire anche se il libro tratta di tutt’altro. Come capirete ho perso il mio papà quando ero piccola, se vi va leggete e fatemi sapere che ne pensate, grazie.

Sto correndo in un prato. Ora c’è il sole, è forte brillante, ma l’aria è fresca. Che strano non sono io che corro eppure mi sembra di correre. Ai piedi ho i miei scarponcini ortopedici marroni, color cacca, me li ricordo. Sono piccola e goffa, ma tanto contenta! Ci sono centinaia di fiori gialli che sbucano prepotenti fra le margherite e l’erba. Mi piacciono tanto e mi metto a raccoglierli. Poi, tenendo stretto il mio mazzetto nella manina paffuta, corro verso delle gambe. Come sono lunghe, sembrano non finire mai! “Guarda che belli” quasi urlo alzando il mio mazzolino. Qualcuno si china verso di me, ora lo vedo e’ papà ! Sento un’altra persona che corre dietro di me. E’ un bambino come me, anche lui indossa gli stessi scarponcini, riconosco subito il suo cappellino marrone, e’ mio fratello! Ci raggiunge sorridendo. ” Aspettate, state un attimo fermi qui davanti e vi farò vedere  una cosa” E’ papà che parla e quindi noi ci mettiamo subito uno di fianco all’altro, sull’attenti e restiamo immobili, per quello che ci e’ possibile. Papà inizia a  prendere i fiori uno per uno e con calma ne infila uno in ogni asola dei nostri cappotti. Noi continuiamo a stare fermi e in silenzio, tutti contenti di questa cosa che ancora non capiamo, ma che ci piace comunque perché e’ un’attenzione di nostro padre. “Ecco, finito. Guardate come siete belli, questi fiori si chiamano botton d’oro.” Noi ci ammiriamo lisciando con le manine il cappotto e ammirando l’altro, con la pancia in fuori per potersi vedere meglio, con tutti i nostri bottoni d’oro.
Botton d'oro

Papà, di quei pochi incontri con te impressi nella mia memoria di bimba, mi è rimasto il calore, l’ammirazione e l’amore.

Ma l’eredità più grande che mi hai lasciato è il profondo rispetto ed il grande amore per tutto quello che ci circonda e quindi per la vita. Il ricordo della tua vita riportato dai ricordi altrui, l’immaginazione che ha dato vita e colore a vecchie foto, il tuo passato ed il tuo percorso mi sono stati sempre davanti agli occhi come esempio.

Io non me ne accorgevo, ma è da te che succhiavo quella linfa che mi ha portato lentamente, a poco, a poco verso la rettitudine, la gioia di dare e quella forza interiore che, se pur piccola, ho percepito.

7 pensieri su “Papa’

  1. Siamo state fortunate ad avere avuto dei Papà che ci hanno riempito il cuore di bellezza e amore per la vita. Ogni giorno saluto il mondo con gli occhi di mio padre e trovo sempre il Bello che si nasconde in questo grigiore quotidiano.

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